Esistono molti modi per staccare il corpo da terra, e alcuni di questi hanno avuto fortuna nel secolo passato. Immensa fortuna. Eppure dopo tanti esperimenti di “volo” conosciamo un solo modo – il più antico – per alzarci senza ali o propulsori: la scalata. E non importa che sia di un tronco, un sasso, un muro o una montagna, conta soltanto che sia a picco. Per arrampicare bastano poche cose: un soffitto di cielo, una verticale che lo corteggi, qualche ruga su cui stringere le dita e la vertigine del vuoto intorno. Non serve altro. La scalata è un sogno primitivo sotto il grande blu. Il modo più umano per andare su.
Premio SAT 2015
Segnalato al Premio Gambrinus Giuseppe Mazzotti 2014, sezione Alpinismo:
"Una collezione di squisiti cammei in cui l’autore, alpinista oltre che storico, romanziere e cronista di alpinismo e di montagna, dà voce e respiro alle riflessioni immagazzinate nella mente e nel corpo in molti anni di scalate, di incontri, e di vita quotidiana. Questo libro ci dà il piacere di leggere pagine che parlano di alpinismo senza tare retoriche".
Segnalato al Premio Gambrinus Giuseppe Mazzotti 2014, sezione Alpinismo:
"Una collezione di squisiti cammei in cui l’autore, alpinista oltre che storico, romanziere e cronista di alpinismo e di montagna, dà voce e respiro alle riflessioni immagazzinate nella mente e nel corpo in molti anni di scalate, di incontri, e di vita quotidiana. Questo libro ci dà il piacere di leggere pagine che parlano di alpinismo senza tare retoriche".