Per gli alpinisti della mia generazione la “Libreria” di via Sacchi è sempre esistita. Poco importa che prima di scegliere la montagna si occupasse di architettura, o che un tempo si chiamasse Dematteis perché era gestita da Piero – che le cambiò volto – e ora sia invece identificata nei volti e nella piemontesissima cortesia di Marianna Leone e Maurizio Bovo, gli attuali titolari. Poco importa perché la “Libreria”, per chi va in montagna, non è solo un posto dove si comprano i libri e le guide, ma è un luogo, uno dei luoghi topici di Torino, dove alpinisti ed escursionisti si incontrano come in rifugio e sognano itinerari, viaggi, avventure.
Naturalmente il rito è iniziatico, ed è fatto di mezze parole e messaggi sottintesi che Marianna e Maurizio assecondano con consumata esperienza, come a dire “io ascolto ancora una volta le tue imprese ma poi tu un libro me lo compri, per cortesia”.
In realtà bisogna essere un po’ fratelli maggiori, un po’ consulenti e un po’ confessori, in una libreria di montagna, perché spesso il cliente ha bisogno di essere innanzi tutto ascoltato, poi consigliato, e se necessario confortato nella scelta del libro, che quasi sempre corrisponde alla condivisione di un progetto, o di un desiderio, o di un sogno impossibile.
Ogni tanto però, alla Libreria La Montagna, entra un cliente che alpinista non è, e lo vedi che si dirige con fare disincantato verso un banalissimo libro di narrativa, che so?, Baricco o Tabucchi, e allora Marianna e Maurizio si trasformano in librai “laici”, gente che legge e capisce di letteratura, e che invece di ascoltare e confessare il cliente può impiegare il tempo a consigliare un libro, semplicemente, poi incartarlo, battere lo scontrino e buonasera. Non è un dettaglio da poco perché con il passare degli anni, magari grazie all’invecchiamento della clientela, o a un suo ingentilimento, o grazie e certi scaffali più in vista dopo l’ingrandimento dei locali pochi anni fa, la narrativa si è insinuata come un virus salutare in tanta pornografia di rocce e sentieri, e un po’ l’ha contagiata, e raddrizzata, e infine forse costretta a uscire dai suoi angusti confini per mischiarsi con il mondo di fuori e cominciare a occuparsi di parole, sentimenti, disagi, non solo strapiombi, traversate, settimi e ottavi gradi.
Questa è oggi la Libreria La Montagna: un rifugio che sa officiare i riti delle altezze accogliendo anche i pellegrini di altre fedi.
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