Rivista

Rivista della Montagna


A diciannove anni, dopo la maturità, entro nella redazione della Rivista della Montagna, il trimestrale fondato nel 1970 in risposta alla comunicazione un po’ ingessata del Club Alpino Italiano. Alla Rivista incontro alcuni miti delle mie letture giovanili e imparo a fare il giornalista.

 
«Un gruppo di giovani alpinisti piemontesi – si legge sul primo numero – ha recentemente costituito a Torino un Centro di Documentazione Alpina, per la raccolta e lo studio del materiale utile alla conoscenza di ogni aspetto della montagna. Tra le altre iniziative essi hanno pensato a una rivista, su cui pubblicare i risultati più interessanti delle proprie ricerche, dedicata in modo particolare agli alpinisti che intendono la pratica della montagna come una forma di arricchimento culturale, oltre che un fatto sportivo o una piacevole forma di evasione contemplativa».
Accanto all’editoriale non appare un “duro” arrampicatore armato di martello e chiodi, ma tre portatrici di fieno sullo sfondo delle Levanne. Il primo direttore è Piero Dematteis e la Rivista annovera firme prestigiose come Paolo Gobetti, Marziano Di Maio, Gian Piero Motti, Alberto Rosso, Giorgio Daidola.
La redazione è un vivacissimo laboratorio di idee, che, in un tempo in cui le Alpi non sono ancora “terra” completamente divulgata, partoriscono illuminanti articoli sulla cultura e l’economia alpine ed esemplari monografie escursionistiche, alpinistiche e sci-alpinistiche. Un giusto insieme di spirito critico, approfondimento scientifico e intento divulgativo.
In breve tempo, dopo la gavetta, divento segretario di redazione e poi redattore capo, organizzando la “cucina” della Rivista dal 1977 al 1984, al fianco di Roberto Mantovani e sotto la direzione di Giorgio Daidola.

con Gian Piero Motti e Roberto Mantovani